voglio la mamma

Voglio la mamma: quando devi correre a lavoro e ti si stringe il cuore

Quando lavoravo al nido, “voglio la mamma” era uno dei mantra del mattino. Qualche metro percorso manina manina fino al cancelletto e mentre la signora sussurrava di tornare presto, un’inspirazione profonda del cucciolo ed un acuto alla Callas: “io voglio la mamma!! Nuooooooo! Ccuola noooooo!”

Avete presente? E così, decine di donne ogni mattina entrano in ufficio con l’occhietto lucido e il cuore stretto dalle proteste di uno scricciolo urlante e sudato che rimarca in tutte le maniere di non volerle lasciare. Un vero dilemma quotidiano, che per esser risolto deve partire proprio dalla mamma. Come?

Ascoltati

È stato il primo consiglio che abbiamo fornito ad una mamma che proprio non sapeva come fare a calmare il suo A. all’ingresso del nido. Effettivamente le provava tutte: diceva sarebbe tornata presto, che là si sarebbe divertito, che con mamma a lavoro si sarebbe annoiato….. Ma niente, i singhiozzi continuavano. Perché?? Perché il bambino sente ciò che proviamo prima di ciò che diciamo. Assorbe e lo rimanda. Si allinea con noi. Se la mamma è sopraffatta dall’emozione di dover lasciare il suo bambino ed ha ella stessa la voce tremante, sarà molto complesso trasmettergli sicurezza; se è indifferente ai voglio la mamma, sarà difficile che il piccino sentirà di esser compreso e accettato. Perciò, quando il piccolo ha la mammite, la prima cosa da chiedersi è come ci sentiamo mentre lo stiamo salutando. Temiamo il pupo “non possa farcela” senza di noi? Ci piacciono le persone e il luogo dove lo faremo stare?

Evita promesse che non puoi mantenere

Frasi come “mamma torna subito” non hanno molto senso sia perché non veritiere, sia perché estremamente vaghe: subito, tra poco, più tardi… I bambini, specie quando in fase “voglio la mamma” hanno bisogno di riferimenti molto concreti ai quali potersi rifare quando ne sentono il bisogno.

Non andare mai via senza averlo salutato

Crei un senso di inganno tanto più forte quanto più intenso è il suo “voglio la mamma”.

Regola la durata del vostro momento

Allontanarsi sbrigativamente è dannoso quanto farlo in modo incerto o troppo lungo: i bimbi hanno bisogno di scandire i momenti per capire attività e azioni da compiere. Una mamma che temporeggia, saluta ma poi si intrattiene nuovamente, manda involontariamente messaggi ambigui al bambino e non lo aiuta a capire che “adesso la mamma sta andando via, dopo starà con te”. È importante che sia l’adulto a guidare con dolcezza e fermezza al contempo, magari servendosi di rituali ad hoc (un gesto speciale di saluto, un peluche della buona giornata etc.) che confortano il bambino e lo rassicurano rispetto al fatto che il distacco è solo un temporaneo saluto e ci si ritroverà più vicini di prima.

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