la solitudine di mio figlio adolescente

Tutto quello che devo sapere sulla solitudine di mio figlio adolescente

“La solitudine di mio figlio adolescente non è migliorata nemmeno in quarantena…” nei 60 giorni in cui tuo figlio non ha potuto chiederti di uscire al parchetto o ritirarsi più tardi il sabato, avrai certamente pensato di poter valorizzare il tempo insieme. Un’aspettativa di condivisione, talvolta tradita dall’evidenza per cui “la solitudine di mio figlio adolescente c’era prima e c’è ora”. Bada bene, ti parlo dell’ipotesi migliore: a tratti, la distanza tra te e tuo figlio potrebbe anche essersi acuita.
Non demonizzare social, device e serie TV. Non ti serve.

Piuttosto, chiediti se c’è qualcosa che può esserti utile sapere per fare al meglio la TUA parte.

Le tre cose che devo sapere sulla solitudine di mio figlio adolescente

  1. La solitudine non è sempre un piacere: spesso la solitudine adolescenziale viene concepita come un bisogno. É vero solo in parte. Tuo figlio ha bisogno di privacy e di ripiegarsi su sé stesso a volte, certo. Non meno, servono a tuo figlio delle relazioni calde, stimolanti, in cui possa confrontarsi e imparare il dialogo. Quando ciò non accade, i ragazzi accusano l’isolamento, come un macigno. Non scelgono più la solitudine, ma si sentono soli. Esci dallo schema “la solitudine di mio figlio è una condizione di per sé naturale”.
    Chiediti con pazienza cosa puoi fare per facilitare la vostra comunicazione. Di cosa avrà bisogno un adolescente? Di cosa avrà bisogno un adolescente in quarantena?
  2. Cura la comunicazione con la stessa attenzione con cui da piccolo curavi la sua alimentazione: quando era un bebè, da buoni genitori avevate a cuore che la sua nutrizione, fosse la migliore possibile. Prima con il latte, poi con il divezzamento. Sceglievate quando, come, quanto dosare il cibo. Questo perché sapevate che una sana alimentazione è alla base di una crescita sana. Ti offro un paradosso estremo, quanto chiaro: ieri si nutriva con gli alimenti che gli davi, oggi lo fa attraverso la comunicazione che ha con te. Gli serve per rinforzarsi, imparare a gestire il dialogo e a riflettere. Dosa le parole, scegli quando dirle, come pronunciarle. Il suo nuovo cibo è questo! Penserai  che contrariamente a quanto facessi prima, non puoi affidarti a tabelle e formule di pediatri. Non esistono modelli preconfezionati, ma, se lo desideri, mi è possibile aiutarti a migliorare la relazione che avete oggi. Questo è il primo, ottimo modo per evitare l’isolamento di tuo figlio.
  3. Accetta i momenti di chiusura per favorire la sua disponibilità: è l’altra faccia della comunicazione: lasciare che vi siano momenti di silenzio. Questa specifica ti serve ad evitare di confonderti, pensando che una buona relazione passi per una continua condivisione, chiacchiera, etc. Tanti sono i motivi all’origine di un cambiamento d’umore, un momento di ripiegamento su di sé. Non ultime, le modificazioni cerebrali che attraversano il cervello del tuo adolescente e che lo rendono altalenante nell’umore. Non sei tu a non esser un buon genitore, è la fisiologia umana.

Perciò rendi te stesso capace di tollerare questi momenti di indubbia frustrazione: darai a tuo figlio la possibilità di sentirsi accettato e sostenuto…anche nel silenzio.

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2 commenti su “Tutto quello che devo sapere sulla solitudine di mio figlio adolescente”

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